(tratto dal mio easy reader)
Il giorno dopo andiamo a prendere il giovane signore.
È facile portarlo via. Ha tanta paura.
“Che cosa volete da me?” piange. “Voglio andare a casa!”
“Tranquillo, signore! Vogliamo solo i soldi. Dovete stare con noi per tre,
quattro giorni… siete nostro ospite!” Ridiamo.
Di notte mando un ragazzo in città. “Porta questa lettera e mettila davanti alla
porta del castello del signore. Non farti vedere!”
La lettera è breve: “Michele Anastasia è con noi. Vogliamo 2000 ducati e
Michele torna a casa. Mettete i soldi domani sera dietro la statua della
Madonna nella chiesa di San Donato a Ripacandida. Carmine Crocco”.
Sì, metto il mio nome. Sono nato povero, sono brigante, sono Carmine Crocco.
Tutti devono conoscermi.
Il giorno dopo, aspetto la notte.
Al buio vado a Ripacandida.
Devo stare attento. Forse hanno chiamato i militari.
La città è vuota.
Corro verso la chiesa. Mi fermo. Guardo. Nessuno.
La chiesa è vuota.
Dietro la statua della Madonna trovo un sacco. È pieno di soldi. Li conto. Sono
2000.
Di ritorno al nostro campo, vedo il giovane signore in piedi. I miei compagni
l'ascoltano.
“Dobbiamo combattere!” urla. “Dobbiamo combattere per l'Italia unita!
Garibaldi vuole dare la terra ai poveri! I poveri devono combattere a fianco di
Garibaldi contro i vecchi signori e contro il Re di Napoli!”
“Avete bevuto, signore?” gli chiedo. “Così coraggioso oggi?”
Tutti ridono. “I signori raccontano tante cose. Non sanno niente” dico. “Alla
fine noi siamo sempre poveri. Fanno solo ridere, questi signori.”
Portiamo il giovane vicino alla città e lo lasciamo andare.